Le regole d’oro per tagliare col coltello la nebbia che avvolge gli autocarri fiscali!

Ciao,

sono Alessandro e ti do il benvenuto anche io su questo blog, finora ha avuto il comando della tastiera Massimiliano ma oggi prendo anche io la parola e ti parlo di autocarri. Nello specifico degli autocarri fiscali, che tanto gola fanno per il loro essere a volte delle vetture “de facto” e il loro indubbio vantaggio a livello di detrazione e deduzione dei costi.

C’è molta confusione su questo argomento, quindi con questo articolo vediamo di fare un po’ di chiarezza a riguardo.

Qui non vogliamo andare troppo nel tecnico (pur potendolo fare) perché per le informazioni di base basta una ricerca su Google fatta bene e le risposte abbonderanno. Quindi non ti sto ad annoiare, se non terrorizzare, sul quali siano i codici o formule che li riguardano e che li definiscono (ce ne è uno per la carrozzeria specifica sul libretto, un coefficiente che è dato dal rapporto tra potenza e portata, etc…).

Te ne indicherò solo 1 fra pochissimo. Meno di così non si può!

Oltre al classico “furgone” (ad esempio, parlando di Fiat che domina ancora questo settore, seppur non come un tempo, il Doblò Cargo, il Ducato, il Fiorino e via dicendo) quello che devi sapere di base è che esistono autocarri a 2 posti (Panda Van), 4 posti (Punto Van) e 5/6 posti (tutti quei mezzi come il Talento, il Ford Transit Custom, il Mercedes Vito, etc…).

Non esistono solo questi mezzi ma anche delle vere e proprie vetture che vengono trasformate (almeno sul libretto, grazie ad accorgimenti diversi per ogni casa) in autocarri. Esempi di auto “irriconoscibili” sono le Skoda (Octavia e Superb), alcuni modelli di Ford, Peugeot, Fiat, Kia fino ad arrivare anche a marchi prestigiosi come Volvo (XC60, XC90) e Land Rover (Evoque e Discovery Sport)

Tutti questi possono essere raggruppati assieme nella categoria N1. Se superiamo i 6 posti invece non possiamo parlare mai di autocarri ma si torna nell’ambito delle vetture.

Il vantaggio degli autocarri, fiscalmente, è che puoi “scaricare” il 100% di canone e IVA. Meglio di così non si può (in un prossimo articolo ti parlerò dell’anomalia del super ammortamento e dei suoi vantaggi molto più contenuti di quel che si creda). Ci sono però delle limitazioni che vanno conosciute per capire se l’autocarro fa al caso tuo o meno.

L’autocarro è un mezzo da lavoro e per lavoro dovrebbe essere usato: ciò non vuol dire che il venerdì sera lo devi lasciare in azienda o in garage perché la tua attività può svolgersi anche di sabato, domenica, festivi compresi, quindi se l’uso è appropriato nessuno ti potrà mai contestare l’utilizzo. L’uso proprio prevede un uso lavorativo, è chiaro no? Puoi anche andare a prendere un cliente in stazione o aeroporto, puoi andare a una cena per chiudere un affare, puoi avere la reperibilità a qualunque orario. È sempre lavoro e non ci sono problemi.

Quando potresti avere problemi? Quando l’uso è improprio o ci sono a bordo persone che non hanno senso siano lì: nello specifico, la presenza di bambini, come la giustifichi?

Se usi il tuo autocarro per andarci in vacanza con la famiglia, caricandoci il gommone, quando tu vendi telefonia o macchine per taglio al laser, capirai che l’autorità che ti fermi ha anche le sue ragioni. Ma, pur nella brevità del percorso, anche portare a scuola i figli la mattina, in quel chilometro di strada che separa casa tua dalla destinazione, ha i suoi rischi, se incontrassimo qualcuno di veramente pignolo e voglioso di applicare la legge alla lettera.

E potrebbe essere tutt’altro che piacevole, perché le forze dell’ordine o la guardia di finanza hanno per legge la possibilità di sequestrarti il mezzo per uso improprio, farti una multa salata e non finisce qua: arriverebbe poi l’accertamento fiscale in azienda e il conguaglio retroattivo di quanto “scaricato” fino a quel momento. Possono essere dolori.

Io non farei dei ragionamenti superficiali su questi aspetti, ma c’è chi la fa molto facile, in giro.

Noi non ci preoccupiamo di vendere a ogni costo, dandoti informazioni non corrette pur di “appiopparti” il veicolo: in rete si trova chi ti assicura che con il furgone tu puoi circolare quando vuoi (non è vero, devi rispettare quanto letto sopra) e che puoi caricare chi tu voglia (falso, rileggi sopra se qualcosa non ti è chiaro).

Fai infine molta attenzione e rivolgiti a chi è pratico per davvero di questi argomenti.

Esistono ad esempio strutture che montano la griglia “autocarro” su qualunque mezzo, su richiesta del cliente, tanto la Motorizzazione da l’ok a qualunque modifica venga chiesta entro certi limiti.

Non vuol dire però che questo renda l’auto un’autocarro fiscale: se la vettura non esce dalla casa costruttrice così o ha l’omologa corretta per la trasformazione, anche montando un kit N1 quello che voi guidereste, fiscalmente, sarebbe una vettura.

Bene, come infarinatura generale ora ci siamo: mi raccomando se vuoi approfondire ulteriormente o vuoi chiedermi qualcosa di più specifico dell’argomento trattato, rispondi direttamente alla mail (alessandro.bernardini@differentservice.it)!